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Il PARE: Programma Aziendale di Riduzione dell’Esposizione dei lavoratori al rumore D.Lgs. 81/08 Titolo VIII.

Come stabilire un piano operativo di azione?

 

 

Quando, a seguito della valutazione del rischio di esposizione dei lavoratori al rumore ai sensi del D.Lgs. 81/08 e ss, capo I, II, sono determinati valori di esposizione LEX,8h superiori a 85 dBA o valori LpeakC maggiori di 137 dBC, il Datore di lavoro (DDL) elabora un programma aziendale di riduzione dell'esposizione (PARE) del rumore.

Il riferimento tecnico attualmente vigente è la Norma UNI 11347:2015.

I piani operativi ipotizzabili per la riduzione dell’esposizione al rumore dei lavoratori sono di due tipi:

-          il primo tipo di piano è di tipo procedurale, mirato alla ridefinizione di compiti e mansioni al fine di minimizzare l’esposizione dei diversi addetti;

-          il secondo tipo di piano si concentra direttamente sulle macchine e sull’ambiente che le contiene, al fine di fotografare lo stato di fatto acustico e valutare i possibili interventi su macchine ed ambiente per ridurre alla fonte il livello di rumore all’interno dell’ambiente stesso (bonifica acustica).

Il piano procedurale è solitamente di più facile realizzazione; bisogna analizzare al massimo dettaglio le mansioni, come richiesto dalle norme UNI 9432 e 9612, per ogni turno e nominalmente, e valutare le possibilità di riduzione dell’esposizione grazie alla riorganizzazione dei tempi e dei metodi di lavoro.

Il piano di bonifica acustica, operando sulle sorgenti e sull’ambiente, è concettualmente preferibile (perché va ad agire alla base del problema, come dice la legge) anche se è certamente più oneroso in termini monetari e di tempi di attuazione; il vantaggio è quello di essere una soluzione duratura e affidabile del problema.

Diverse misurazioni acustiche necessarie al piano operativo procedurale sono riutilizzabili anche per il piano operativo ambientale e viceversa.

Per quanto riguarda il piano operativo di bonifica acustica, esistono tecniche sofisticate ma efficacissime soprattutto perché consentono, come dice la norma UNI 11347, la valutazione tecnico-economica della soluzione del “problema rumore”, sulla base dell’obbiettivo acustico definito dall’Azienda.

Il programma di attuazione sarà definito nel tempo, distribuendo opportunamente l’impegno economico, con diverse garanzie riguardo alla efficacia dei risultati.

 

1.      Mappatura acustica.

 

Il primo passo dell’indagine, mirato a chiarire quali siano le zone maggiormente critiche dell’impianto considerato, è la mappatura acustica.

Tale attività consente di ottenere una distribuzione spaziale del rumore all’interno dell’ambiente di lavoro.

La Figura 1.1 è un esempio di mappatura acustica all’interno di un ambiente industriale (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).

 

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Figura 1.1: mappatura acustica all’interno di una ambiente industriale

 

La mappatura acustica viene eseguita per mezzo di una serie di misure effettuate all’interno dell’ambiente, con una distribuzione spaziale che sia significativa rispetto all’ambiente ed alle macchine in esso presenti.

Al fine di ottenere una completa descrizione del rumore, è necessario che ogni singola misura abbia una durata tale da consentire la stabilizzazione del livello equivalente, comprendendo al suo interno tutti gli eventuali ‘cicli macchina’ o ‘cicli lavorazione’ che si possono verificare nell’ambiente stesso.

Sono necessarie misure in frequenza, e non semplicemente di livelli equivalenti LeqA, LeqC e di picco.

 

2.      Individuazione delle sorgenti sonore o parte di esse.

 

Una volta identificate le zone di maggior rumorosità dell’ambiente per mezzo della mappatura acustica, in alcune situazioni può rivelarsi utile studiare le modalità con cui il rumore viene emesso e come si propaga nell’ambiente, considerando anche gli eventuali effetti di riflessione, diffrazione, ecc.

La tecnica impiegata per questo tipo di indagine è la tecnica denominata beamforming, e consente di ottenere una ‘fotografia acustica’ dell’area inquadrata da una speciale telecamera acustica.

Grazie a questa tecnica è quindi possibile comprendere in che modo il rumore viene irradiato dalla sorgente, e come questo si propaga nell’ambiente, evidenziando ad esempio fenomeni di riflessione sulle superfici presenti oppure su altre macchine.

La Figura 2.1 mostra una misura in ambiente industriale effettuata dopo che la schermatura di un macchinario non aveva prodotto i risultati promessi, e che ha permesso di individuare, come sorgente residua, la riflessione sul soffitto del capannone.

Nella mappa, al colore rosso corrispondono i livelli più elevati (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).

 

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Figura 2.1: riflessione del rumore sul soffitto di un capannone

 

NOTA - Per spiegare meglio:

La stessa tecnica può essere impiegata con successo anche nelle analisi in ambiente esterno, per l’individuazione dei punti di emissione del rumore da un impianto, o per l’individuazione dei punti di fuoriuscita del rumore da un ambiente confinato.

La Figura 2.2 mostra una misura in ambiente industriale esterno, che evidenzia in colore rosso i punti maggiormente responsabili dell’emissione sonora (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).

Questo tipo di rappresentazione può essere realizzata sia in termini di valore complessivo, sia differenziata per le diverse frequenza acustiche che contribuiscono all’emissione sonora.

 

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Figura 2.2 Esempio di individuazione emissione in ambiente esterno

 

3.      Simulazione acustica all’interno di un ambiente.

 

Al fine di progettare in modo efficace gli eventuali interventi sulle macchine o sull’ambiente che le contiene, è necessario effettuare una simulazione acustica per mezzo di un apposito software.

Tale programma, partendo dalla geometria dell’ambiente e dalle caratteristiche acustiche dei materiali in esso presenti, nonché dalle caratteristiche acustiche dei macchinari, è in grado di creare un modello a calcolatore relativo alla distribuzione del rumore all’interno dell’ambiente stesso.

Una volta creato tale modello è quindi possibile inserivi alcuni possibili interventi di bonifica quali schermi e/o materiali assorbenti, e visualizzare gli effetti di questi sul campo acustico nell’ambiente.

Obiettivo della modellazione acustica è quindi l’individuazione, in stretta collaborazione con i responsabili aziendali, degli interventi di massima più adatti a ridurre il rumore, tenendo in considerazione i diversi aspetti ad essi legati quali costi, benefici, e semplicità di implementazione (proprio come richiesto dalla Norma UNI 11347:2015).

L’eventuale progettazione di dettaglio degli interventi è esclusa dalla fornitura.

Le Figure 3.1, 3.2 e 3.3 mostrano rispettivamente il modello semplificato di un ambiente industriale, il campo sonoro calcolato con il modello acustico previsionale, e la simulazione dell’applicazione di un materiale acusticamente assorbente sul soffitto del capannone considerato (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).

 


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Figura 3.1: schematizzazione di un capannone industriale

 

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Figura 3.2: Modello acustico dello stato di fatto

 

 

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Figura 3.3: Simulazione della bonifica acustica

 

La parte più onerosa per la realizzazione del modello è relativa alla determinazione della potenza sonora delle macchine presenti all’interno del capannone industriale.

Tale determinazione viene effettuata eseguendo una serie di misure nelle immediate vicinanze delle sorgenti principali precedentemente individuate per mezzo della mappatura acustica ed eventualmente della tecnica beamforming.

 

4.      Simulazione del rumore all’esterno

           

Per spiegare meglio le potenzialità delle tecniche valutative sopra esposte, possiamo vedere come le stesse tecniche siano applicabili (anche più facilmente) in ambiente esterno.

La simulazione della propagazione del rumore può essere eseguita anche all’esterno dell’ambiente di lavoro, per valutare il campo acustico dovuto alle sorgenti presenti, ed eventualmente prevedere gli opportuni accorgimenti per la riduzione del rumore stesso.

Le Figure 4.1, 4.2 e 4.3 mostrano rispettivamente la schematizzazione di un impianto industriale, la simulazione del campo acustico nell’ambiente esterno in 3D, ed una sezione passante per uno dei camini dell’impianto (Andrea Cerniglia, Accon Italia, Pavia).

 

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Figura 4.1 Schematizzazione di un impianto industriale

 

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Figura 4.2 Simulazione 3D del campo acustico

 

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Figura 4.3 Sezione E-O passante per il camino Nord